Ravenna Festival, lo show di Melozzi con Orchestra Notturna Clandestina

Alla Rocca Brancaleone la compagine del violoncellista, con la partecipazione di Sollima e Shirvani

Enrico Melozzi

Enrico Melozzi

Ravenna, 23 luglio 2020 - Non poteva che prendere vita nel clima di rivolta culturale del Teatro Valle occupato di Roma l’idea di un’orchestra che portasse la musica classica a tutti, in una dimensione popolare e moderna, anche utilizzando un format non propriamente ortodosso come quello di un rave party: è l’Orchestra Notturna Clandestina, nata dal genio irrequieto di Enrico Melozzi con la complicità di Giovanni Sollima, già compagni di strada nell’avventura dei 100Cellos, l'orchestra di soli violoncelli.

Protagonista di leggendarie maratone notturne nel segno della divulgazione di Bach, Mozart e Beethoven, l’Orchestra Notturna Clandestina è salita sul palcoscenico della Rocca Brancaleone, diretta da Melozzi con la partecipazione dello stesso Sollima e della solista Leila Shirvani. 

In un inedito programma, Mozart e le arie di Puccini e Rossini convivono con le composizioni dei due protagonisti della serata, passando per le suggestioni di De Falla e il grunge: il tutto nel segno della caduta di ogni confine tra i generi musicali. Arrangiatore sui generis, in grado di tessere trame vertiginose dietro i talenti più irrequieti del pop italiano - il grande pubblico ha imparato a conoscerlo anche nelle ultime edizioni del Festival di Sanremo - Enrico Melozzi ha plasmato l’Orchestra Notturna Clandestina a immagine e somiglianza della propria idea di musica come universo privo di barriere tra l’alto e il basso, capace di giocare con il pubblico, di ammaliarlo, di smarcarsi da una visione arroccata e autoreferenziale; valori che sono alla base del colpo di fulmine professionale con Giovanni Sollima.

Due “complici” musicali che, dopo il concerto con l’ensemble di violoncelli del 22 luglio a Ravenna, sono tornati  con un programma che ha dimostrato  come la musica classica sia “la cosa più folle, più spudorata, più proibita”, per usare le parole dello stesso Melozzi: e non è un caso che il nome dell’Orchestra sia un omaggio al Teatro Clandestino di Tadeus Kantor fondato come gesto sovversivo e rivoluzionario durante il periodo nazista.

La musica come liberazione, esplosione gioiosa, vitale, rituale collettivo: dal Mozart di Idomeneo (con l'ouverture dell'opera riorchestrata da Melozzi) e della Sinfonia n. 25 al melodramma, con le arie dal Barbiere di Siviglia e da Tosca affidate a Leila Shirvani, primo violoncello e solista. E ancora la trascinante Danza del fuoco di De Falla, le composizioni degli stessi Melozzi (Armonie su un tema persiano, La marcia di Kalibani e The Sound of the Falling Walls) e Sollima (Igiul da L.B. Files e Aria da Aquilarco), prima di un travolgente finale a sorpresa.